APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE FORMALE
La famiglia
La famiglia è un’istituzione sociale attraverso cui la
società riproduce sé stessa, biologicamente e culturalmente. Inoltre,
presuppone una convivenza stabile dei suoi componenti, legati da rapporti
affettivi e sessuali, di ascendenza o discendenza.
Le strutture e le funzioni sociali della famiglia sono
fortemente condizionate dai legami
organici,
che essa assume in rapporto ad una concreta formazione sociale. Quest’ultima è
caratterizzata dal modo specifico in cui si combinano un certo sistema sociale,
cui fanno capo determinate istituzioni economiche e politiche, una corrispondente
cultura, un insieme di personalità di base, un sistema ecologico che comprende
aspetti come la struttura demografica della popolazione e la sua distribuzione
sul territorio.
Analizzando per esempio l’evoluzione storica della forma
delle famiglie italiane e il corrispondente assetto globale della società, si è
constatato che l’Italia fino agli inizi degli anni ’50 è stata una società
prevalentemente a base agraria, con un sistema sociale caratterizzato da una
divisione sociale del lavoro che faceva perno sulla produzione agricola. In
tale formazione sociale, il modello prevalente, ovvero quello che si riscontra
come culturalmente più significativo, è quello della famiglia patriarcale
estesa, unità di produzione economica e di consumo relativamente autarchica,
quale si ritrova nella classe dei contadini piccoli proprietari e nella classe
artigianale.
Il modello dominante, cioè il modello presente nelle
classi dominanti di quella società, è invece quello della famiglia signorile,
presente, oltre che negli alti strati professionali, soprattutto nella classe rentier che mantiene il possesso della
principale risorsa economica (la terra), da cui trae sostegno anche per
l’esercizio della funzione politica.
L’influenza di tale formazione sociale, è bene tenerla
presente perché essa rappresenta il retroterra culturale di gran parte delle
famiglie italiane, urbanizzate o inserite in formazioni sociali più modernizzate,
che risentono dei modelli di comportamento, dei valori, dei meccanismi di
socializzazione appresi nell’infanzia, la cui nota fondamentale è quella di
essere legata alla famiglia come gruppo sociale esclusivo.
La formazione sociale che si sviluppa e diviene dominante
a partire dagli anni ’50 è quella capitalistica, caratterizzata
dall’instaurarsi di una divisione del lavoro di tipo industriale. Entro questa
formazione sociale, il modello familiare dominante è quello borghese vero e
proprio, la famiglia di accumulazione che opera distinzione giuridico-contabile
e spaziale tra casa e azienda, e lega il proprio successo sociale all’attività
imprenditoriale, basata sulla ricerca del profitto. Il modello prevalente è
quello proletario, della famiglia che può soltanto offrire la propria
forza-lavoro sul mercato esterno delle merci.
All’inizio degli anni ’70 la struttura sociale che domina
in Italia si caratterizza per la maturazione, accanto a queste due formazioni
sociali, di una terza formazione in cui il settore terziario continua ad
espandersi a spese degli altri due settori. Il modello familiare prevalente è
quello nucleare di classe o ceto medio, caratterizzato dall’occupazione
dipendente del capofamiglia.
Il modello dominante è invece quello
tecnocratico-manageriale.
La scuola
La scuola è la seconda
agenzia di socializzazione e rappresenta un meccanismo di selezione utilizzato
dalla società per distribuire le posizioni al proprio interno.
Dall’Ottocento-Novecento con l’introduzione del diritto allo studio per tutti
nasce la scuola pubblica, detta scuola di massa per sottolineare che l’istruzione
non è più un fatto d’élite.
Fonti: - Il bambino e l’ambiente socio-culturale, La scuola in Brescia, 1974
- Paolo Volontè, Emanuele
Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia,
Einaudi scuola, 2012
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