venerdì 10 giugno 2016

APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE FORMALE

La famiglia
La famiglia è un’istituzione sociale attraverso cui la società riproduce sé stessa, biologicamente e culturalmente. Inoltre, presuppone una convivenza stabile dei suoi componenti, legati da rapporti affettivi e sessuali, di ascendenza o discendenza.
Le strutture e le funzioni sociali della famiglia sono fortemente condizionate dai legami organici, che essa assume in rapporto ad una concreta formazione sociale. Quest’ultima è caratterizzata dal modo specifico in cui si combinano un certo sistema sociale, cui fanno capo determinate istituzioni economiche e politiche, una corrispondente cultura, un insieme di personalità di base, un sistema ecologico che comprende aspetti come la struttura demografica della popolazione e la sua distribuzione sul territorio.
Analizzando per esempio l’evoluzione storica della forma delle famiglie italiane e il corrispondente assetto globale della società, si è constatato che l’Italia fino agli inizi degli anni ’50 è stata una società prevalentemente a base agraria, con un sistema sociale caratterizzato da una divisione sociale del lavoro che faceva perno sulla produzione agricola. In tale formazione sociale, il modello prevalente, ovvero quello che si riscontra come culturalmente più significativo, è quello della famiglia patriarcale estesa, unità di produzione economica e di consumo relativamente autarchica, quale si ritrova nella classe dei contadini piccoli proprietari e nella classe artigianale.
Il modello dominante, cioè il modello presente nelle classi dominanti di quella società, è invece quello della famiglia signorile, presente, oltre che negli alti strati professionali, soprattutto nella classe rentier che mantiene il possesso della principale risorsa economica (la terra), da cui trae sostegno anche per l’esercizio della funzione politica.
L’influenza di tale formazione sociale, è bene tenerla presente perché essa rappresenta il retroterra culturale di gran parte delle famiglie italiane, urbanizzate o inserite in formazioni sociali più modernizzate, che risentono dei modelli di comportamento, dei valori, dei meccanismi di socializzazione appresi nell’infanzia, la cui nota fondamentale è quella di essere legata alla famiglia come gruppo sociale esclusivo.
La formazione sociale che si sviluppa e diviene dominante a partire dagli anni ’50 è quella capitalistica, caratterizzata dall’instaurarsi di una divisione del lavoro di tipo industriale. Entro questa formazione sociale, il modello familiare dominante è quello borghese vero e proprio, la famiglia di accumulazione che opera distinzione giuridico-contabile e spaziale tra casa e azienda, e lega il proprio successo sociale all’attività imprenditoriale, basata sulla ricerca del profitto. Il modello prevalente è quello proletario, della famiglia che può soltanto offrire la propria forza-lavoro sul mercato esterno delle merci.
All’inizio degli anni ’70 la struttura sociale che domina in Italia si caratterizza per la maturazione, accanto a queste due formazioni sociali, di una terza formazione in cui il settore terziario continua ad espandersi a spese degli altri due settori. Il modello familiare prevalente è quello nucleare di classe o ceto medio, caratterizzato dall’occupazione dipendente del capofamiglia.
Il modello dominante è invece quello tecnocratico-manageriale. 


La scuola
La scuola è la seconda agenzia di socializzazione e rappresenta un meccanismo di selezione utilizzato dalla società per distribuire le posizioni al proprio interno. Dall’Ottocento-Novecento con l’introduzione del diritto allo studio per tutti nasce la scuola pubblica, detta scuola di massa per sottolineare che l’istruzione non è più un fatto d’élite.


Fonti- Il bambino e l’ambiente socio-culturale, La scuola in Brescia, 1974
- Paolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012

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