martedì 28 giugno 2016

8° STADIO - L'integrità dell'IO opposta a disperazione (la terza età, l'ultimo periodo della vita)


E' lo stadio nel quale l'individuo, giunto vicino al traguardo della propria vita, riflette se è soddisfatto di come ha vissuto o se deve provare rimpianto per qualcosa che poteva fare. Se il bilancio è positivo, tutto questo favorirà una integrità dell'IO, che consente di congedarsi dalla vita serenamente, accettando la propria morte nella consapevolezza che il viaggio è stato bello, gli obiettivi sono stati realizzati e rimane poco e prezioso tempo per godere della vita, senza rimpianti e rimorsi.


Noto come spesso, i miei nonni riflettono sulla loro vita passata, i sacrifici fatti per allevare i loro figli, i problemi che hanno dovuto affrontare, le belle esperienze che hanno vissuto e hanno la consapevolezza che devono vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.

Fonte:http://www.filosofico.net/

lunedì 27 giugno 2016

7° STADIO - Generatività opposta a stagnazione (la maturità)


In questa fase la crisi che la persona è chiamata a superare riguarda la procreazione. Procreazione non intesa solo in senso letterale ma che prevede la possibilità di lasciare qualcosa alle generazioni successive. Tuttavia, in questo periodo l'individuo sente il grande bisogno di procreare, di realizzarsi nel mondo del lavoro e di educare le nuove generazioni. Chi non avrà successo in questo, svilupperà soprattutto un senso di inutilità riferita alla propria esistenza.


In quanto alla mia esperienza di figlia, noto come i genitori facciano sacrifici tutta la vita per creare un futuro ai propri figli e vederli felici è l’unica loro preoccupazione.


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domenica 26 giugno 2016

6° STADIO - Intimità opposta ad isolamento (età giovanile)


In questo stadio, il giovane sente la necessità di una relazione intima appagante che può trasformarsi in una relazione stabile e duratura, sia come unione tra sessi opposti, sia come relazione asessuata. Chi non riuscirà a vivere questo profondo sentimento di intimità, svilupperà un forte senso di isolamento e solitudine.



Fonte:http://www.filosofico.net/

sabato 25 giugno 2016

5° STADIO - Identità opposta a dispersione e confusione di ruoli (preadolescenza e adolescenza)


Il compito fondamentale dell'adolescente in questa fase è formare la propria identità. I genitori non devono adottare comportamenti ambigui con i ragazzi, relazionandosi con loro a volte come se fossero bambini e a volte come se fossero adulti. I genitori che non adottano comportamenti ambigui, confusi e disorientanti nei confronti dell'adolescente e assecondano con equilibrio e amore le necessità dei ragazzi, potranno dare un aiuto fondamentale ai ragazzi a conquistare la loro identità.



Per quanto riguarda la mia esperienza personale in merito, durante la mia adolescenza, ho sempre avuto un'identità ben definita in quanto i miei genitori hanno sempre adottato involontariamente comportamenti sempre chiari, senza scambiare i ruoli e provocare crisi di identità.


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venerdì 24 giugno 2016

4° STADIO - Industriosità opposta a senso di inferiorità (6/7 - 10/11 anni circa)

In questo periodo i bambini sono particolarmente concentrati sul mondo della scuola. Desiderano avere successo negli apprendimenti, guadagnare la considerazione degli insegnanti e riuscire a socializzare con i compagni. Se il bambino riuscirà a superare queste difficoltà svilupperà un senso di operosità, altrimenti svilupperà un senso di inferiorità. 
              

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giovedì 23 giugno 2016

3° STADIO - Iniziativa opposta a senso di colpa (3/4 - 5/7 anni circa)


Le opportunità di comportamento autonomo aumentano rispetto al secondo stadio e le abilità sono sviluppate meglio. Il bambino diventa esplorativo, curioso e prova esperienze fino a prima impensabili. Se i genitori accetteranno questo nuovo modo d’essere del bambino, ci sarà una soluzione positiva alla crisi, ma se i genitori non accetteranno e puniranno le nuove curiosità, tra le quali quelle sessuali, i bambini svilupperanno un senso di colpa.

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mercoledì 22 giugno 2016


2° STADIO - Autonomia opposta a vergogna o dubbio (2 - 3 anni circa)

In questo stadio, il bambino inizia ad acquisire sempre più le abilità motorie, cammina ed impara a correre. Inizia quindi ad avere un’autonomia.

Se i genitori non ostacoleranno questo processo, il bambino acquisirà sempre più indipendenza. Al contrario, se i genitori si dimostreranno eccessivamente ansiosi e limiteranno la psicomotricità del bambino con frequenti divieti egli perderà la sua naturale propensione all'autonomia. 

Nella mia esperienza personale di baby-sitter, ho potuto osservare come la bambina a cui badavo avesse una autonomia molto avanzata e mi incitava a farle fare le attività da sola, senza il mio aiuto.





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martedì 21 giugno 2016

1° STADIO - Fiducia opposta a sfiducia (0 - 1 anno circa)


Il bambino riesce a superare il problema della sfiducia attraverso una buona relazione con la figura materna. La fiducia verso la madre rappresenta per il bambino la fiducia universale verso tutta la realtà che lo circonda. Se la relazione con la figura materna si presenta disturbata, il bambino svilupperà un intenso senso di sfiducia che gradualmente proietterà a tutta la realtà che lo circonda.

Facendo riferimento alla mia esperienza personale con i bambini, noto come Erik Erikson abbia individuato bene l'elemento della relazione sicura con la figura genitoriale per quanto riguarda il problema della sfiducia. Infatti nella mia piccola esperienza di baby-sitter, ho notato che la bambina di 2 anni e mezzo circa che avevo in carico, é molto fiduciosa nei confronti della madre, che sa che dopo lavoro sarebbe tornata da lei, ma anche verso tutte le altre persone, compresa me che avevo l'incarico di stare con lei buona parte della giornata.



Fonte: http://www.filosofico.net/

sabato 18 giugno 2016

La teoria dello sviluppo psico-sociale di Erik Erikson

Erik Erikson nella sua opera più famosa “Infanzia e società” del 1950, considera il processo di sviluppo dell’ individuo nel ciclo dell’intera vita, individuando otto tappe in ognuna delle quali si presenta un momento critico, cioè il conflitto fra due tendenze opposte, il cui esito dipende dalla interazione dell’individuo con un determinato ambiente familiare e sociale e dalle risposte date dai diversi sistemi educativi. 
Le fasi dello sviluppo della personalità individuate da E. Erikson, tengono conto degli stadi dello sviluppo psicosessuale definiti da S. Freud, mettendoli però in relazione anche con le componenti culturali e sociali e considerando lo sviluppo e l’organizzazione dell’Io fino all’età matura.

Le otto coppie di opposizioni sono:
1) fiducia/sfiducia,
2) autonomia/ vergogna e dubbio,
3) spirito di iniziativa/senso di colpa,
4) industriosità/senso di inferiorità,
5) identità/dispersione,
6) intimità/isolamento,
7) generatività /stagnazione,
8) integrità dell’Io/disperazione.

Fonte:Paolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012

giovedì 16 giugno 2016


LA FORMAZIONE DELL’IDENTITA’

In sociologia e nelle altre scienze sociali il concetto di identità riguarda, da un lato, il modo in cui l'individuo considera e costruisce se stesso come membro di determinati gruppi sociali: nazione, classe sociale, livello culturale, etnia, genere, professione, e così via; e, per l'altro, il modo in cui le norme di quei gruppi consentono a ciascun individuo di pensarsi, muoversi, collocarsi e relazionarsi rispetto a sé stesso, agli altri, al gruppo a cui afferisce ed ai gruppi esterni intesi, percepiti e classificati come alterità.
Il processo di formazione dell'identità si può distinguere in due componenti: una di identificazione e una di individuazione.

Attraverso l’identificazione, il soggetto si rifà alle figure rispetto alle quali si sente uguale e con le quali condivide alcuni caratteri; produce il senso di appartenenza a un'entità collettiva definita come noi (famiglia, patria, gruppo di pari, comunità locale, nazione fino ad arrivare al limite all'intera umanità). Con la componente di individuazione il soggetto invece fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia dagli altri gruppi a cui non appartiene, sia dagli altri membri del gruppo rispetto ai quali il soggetto si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali e per una propria storia individuale (biografia) che è sua e di nessun altro.

Fonte:Paolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012

lunedì 13 giugno 2016

APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE INFORMALE


I mass media
I mass media sono delle agenzie di socializzazione informali e rappresentano un meccanismo di omologazione culturale, cioè di produzione di modelli di comportamento in cui s’identifica un numero sempre più ampio di persone.


Il gruppo dei pari

Nel gruppo dei pari si instaurano relazioni simmetriche tra gli individui, poiché non esistono rapporti sanzionati da autorità. I rapporti all’interno di un gruppo di pari si collocano tra le due polarità della solidarietà e della competizione. L’agire solidaristico si fonda sul sentimento di appartenenza in virtù del quale i membri di un gruppo sottolineano ciò che li accomuna e quindi li rende uguali; l’agire competitivo si fonda, invece, sul sentimento di individualità e tende a differenziare tra loro i membri del gruppo. Il momento nel quale un individuo entra a far parte di un gruppo è ritualisticamente segnato dal superamento di una prova (ad esempio i riti di passaggio tra un gruppo di età e quello successivo in molte società premoderne), oppure da cerimonie solenni che segnano la transizione e l'ingresso in una nuova condizione come, ad esempio, i riti di iniziazione. 


FontiPaolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012

venerdì 10 giugno 2016

APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE FORMALE

La famiglia
La famiglia è un’istituzione sociale attraverso cui la società riproduce sé stessa, biologicamente e culturalmente. Inoltre, presuppone una convivenza stabile dei suoi componenti, legati da rapporti affettivi e sessuali, di ascendenza o discendenza.
Le strutture e le funzioni sociali della famiglia sono fortemente condizionate dai legami organici, che essa assume in rapporto ad una concreta formazione sociale. Quest’ultima è caratterizzata dal modo specifico in cui si combinano un certo sistema sociale, cui fanno capo determinate istituzioni economiche e politiche, una corrispondente cultura, un insieme di personalità di base, un sistema ecologico che comprende aspetti come la struttura demografica della popolazione e la sua distribuzione sul territorio.
Analizzando per esempio l’evoluzione storica della forma delle famiglie italiane e il corrispondente assetto globale della società, si è constatato che l’Italia fino agli inizi degli anni ’50 è stata una società prevalentemente a base agraria, con un sistema sociale caratterizzato da una divisione sociale del lavoro che faceva perno sulla produzione agricola. In tale formazione sociale, il modello prevalente, ovvero quello che si riscontra come culturalmente più significativo, è quello della famiglia patriarcale estesa, unità di produzione economica e di consumo relativamente autarchica, quale si ritrova nella classe dei contadini piccoli proprietari e nella classe artigianale.
Il modello dominante, cioè il modello presente nelle classi dominanti di quella società, è invece quello della famiglia signorile, presente, oltre che negli alti strati professionali, soprattutto nella classe rentier che mantiene il possesso della principale risorsa economica (la terra), da cui trae sostegno anche per l’esercizio della funzione politica.
L’influenza di tale formazione sociale, è bene tenerla presente perché essa rappresenta il retroterra culturale di gran parte delle famiglie italiane, urbanizzate o inserite in formazioni sociali più modernizzate, che risentono dei modelli di comportamento, dei valori, dei meccanismi di socializzazione appresi nell’infanzia, la cui nota fondamentale è quella di essere legata alla famiglia come gruppo sociale esclusivo.
La formazione sociale che si sviluppa e diviene dominante a partire dagli anni ’50 è quella capitalistica, caratterizzata dall’instaurarsi di una divisione del lavoro di tipo industriale. Entro questa formazione sociale, il modello familiare dominante è quello borghese vero e proprio, la famiglia di accumulazione che opera distinzione giuridico-contabile e spaziale tra casa e azienda, e lega il proprio successo sociale all’attività imprenditoriale, basata sulla ricerca del profitto. Il modello prevalente è quello proletario, della famiglia che può soltanto offrire la propria forza-lavoro sul mercato esterno delle merci.
All’inizio degli anni ’70 la struttura sociale che domina in Italia si caratterizza per la maturazione, accanto a queste due formazioni sociali, di una terza formazione in cui il settore terziario continua ad espandersi a spese degli altri due settori. Il modello familiare prevalente è quello nucleare di classe o ceto medio, caratterizzato dall’occupazione dipendente del capofamiglia.
Il modello dominante è invece quello tecnocratico-manageriale. 


La scuola
La scuola è la seconda agenzia di socializzazione e rappresenta un meccanismo di selezione utilizzato dalla società per distribuire le posizioni al proprio interno. Dall’Ottocento-Novecento con l’introduzione del diritto allo studio per tutti nasce la scuola pubblica, detta scuola di massa per sottolineare che l’istruzione non è più un fatto d’élite.


Fonti- Il bambino e l’ambiente socio-culturale, La scuola in Brescia, 1974
- Paolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012

venerdì 3 giugno 2016

LE AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE

Le agenzie di socializzazione sono costituite da tutti quei soggetti che svolgono tale funzione e possono essere:
·       agenzie di socializzazione formale come la famiglia e la scuola
·  agenzie di socializzazione informale come i mass media e il gruppo dei pari

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FontiPaolo Volontè, Emanuele Mora, C. Lunghi, M. Magatti, Sociologia, Einaudi scuola, 2012